Per Fausto e Iaio, Leoncavallo, Via Mancinelli 18 marzo 1990

(foto: Mr.Wany)

Ieri era il 18 marzo 2018 e son passati 40 anni esatti dal 18 marzo 1978, in cui Fausto e Iaio vennero assassinati da fascisti infami.
Il primo presidio in Via Mancinelli a cui sono stato, probabilmente, era quello a 10 anni dall'omicidio, nel 1988.
L'anno successivo fu fatta la prima murata a spray, sempre su questo muro, sempre con scritto LEONCAWALLO. Di quella murata ho solo la E, che feci io. Il resto manca!
La foto che vedete qui sopra, invece è relativa alla seconda e terza murata, fatte nel 1990.
Seconda e terza vennero fatte ravvicinate per un motivo. La murata venne fatta naturalmente il 18 marzo 1990 ma, qualche giorno dopo, i grigioni del Comune passarono a coprire la scritta, probabilmente su richiesta della Parrocchia del Casoretto, proprietaria del muro su cui avevamo scritto.
Si cercò di togliere la verinicie grigia a forza di secchiate d'acqua, visto che non era ancora completamente asciutta, e la cosa funzionò per le prime lettere, almeno per LEONKA, ma il WALLO seguente era troppo danneggiato, per cui si decise di rifare quella parte subito dopo.
Tra le mie foto e quelle di qualcun altro (Mr.Wany, Japo, Disan), sono riuscito a ricostruire tutta la murata, nei due tempi in cui venne realizzata.
Alcune di queste foto le avevo già postate su Pezzate, altre sono del tutto inedite.
Le posto e riposto tutte insieme ora, a 40 anni dall'omicidio e poco meno di 30 da questa murata, perché chi c'era a farla non dimentica e non dimenticherà.
E se ieri non ho potuto essere in Via Mancinelli, una parte di me su quel muro, sotto strati di vernici, ci sarà sempre.

Nella foto del post vedete le prime lettere della scritta LEONCAWALLO.
Fu una murata collettiva a cui parteciparono diversi dei primi writers che, in quegli anni, cominciavano a riempire le pareti del Leoncavallo, del Casoretto e di Lambrate.
Come già nella precedente murata, ogni writer realizzò una lettera della scritta. Non il massimo per l'unità stilistica del tutto, ma il meglio per consentire a ogniuno di fare la propria parte. Vediamole.
La "L" era opera mia. Avevo da poco fatto il mio primo wildstyle vero e proprio in Via Pontano,
 ed ero infottato di bars & arrows, per quanto sia difficile fare barre, frecce e loops con una lettera sola. Risolsi con un 3D beffardo e freccia discendente che continuava orizzontale sul marciapiede.

(foto: Japo/JDMphoto)
Nella foto in bianco e nero vedete le lettere fresche e pulite, fatte da pochi giorni, La mia L, appunto, seguita dalla "E" di... Papero? o Markino? non mi ricordo più. E non hanno firmato, per cui, boh.
Alla E segue la "ON", opera di Core, AKA Corrado LHP, più a suo agio con le rime sui papipolacchi e i rapimenti che con le vernici, ma con un'ONesta ON. Aveva la mania di fare le O con quella barra diagonale. L'aveva già fatta nella murata dell'anno precedente e pure nel bombing CORE lungolinea sulle Ferrovie Nord che facemmo come LHP nel 1989.
Perché questa barretta Cocò? boh.

(foto: Disan)
Nella foto, oltre ai fantastici colori (le bombole Duplicolor scavallate al muro dei mondiali di Italia90), si vedono alcuni dei danni provocati dalle secchiate d'acqua per togliere il grigio, che staccarono anche qualche pezzo d'intonaco.
Danni che sono molto più evidenti nella foto successiva.


(foto: Mr.Wany)
Qui, oltre all'ON di Core si vedono la "K" e la "A" con le scrostature del "lavaggio" ma ancora visibili.
Non mi ricordo di chi erano, da qualche parte avevo una nota che mi diceva che la K era di Teatro, anche se con quell'outline nero e spesso non mi sembra lui, che come tutti sanno odia gli outlines neri. Però per militanza antifa potrebbe essersi piegato al total black, chissà.
Poi c'era la parte che venne rifatta, il WALLO.

(foto: Disan)
Il "WA", quello più disastrato dalla lavata delle vernici, non mi ricordo chi lo fece. La (A) cerchiata anarchica che sta appena sotto mi fa pensare a qualcuno della Cascina Occupata, venuto in Mancinelli con Teatro.
La "L" viola, invece era di uno dei "ragazzini" del Casoretto, Spik TTC (The Town Crew) di li a pochi mesi tra i fondatori dei CKC.
La "L" seguente la fecero le PsychoFreaks. Sotto questo misterioso nome, infatti, si nascondevano la Luciana delle H.E.L.S., la Razzetti (che firmò un paio di pezzi insieme a me con il nome Foxy) delle 2LiveCri, ovvero le prime due posse al femminile dei centri sociali milanesi, e la Maysa.
La "O" di chiusura, infine, era di AskOne TTC, anche lui poco dopo, tra i fondatori dei CKC.

(foto: Mr.Wany)
Per la gioia della Maysa, che non andava fierissima delle sue opere su muro, ma che posto volentieri perché "niente resterà impunito", queste ultime lettere saranno coperte: la W seguente la vedete nella prima foto del post, a cui seguì un ALL che vedete qui. Wany fece la foto penso l'anno successivo, quando le lettere erano già abbastanza rovinate, ma si intravede ancora qualcosa del precedente.


(foto: Mr.Wany)
La "O"  finale, probabilmente la più stilosa della murata, era opera di Kino LHP. Markino fece questa O molto europea, con un accenno di inline e overline sulla sinistra, cose che saranno di moda tra i writers diversi anni dopo, ma qui era il 1990.
Torniamo alla prima versione: a chiudere questo pezzo di muro una falce e martello che, probabilmente, e una di quelle disegnate peggio che l'intera storia del comunismo internazionale ricordi (per fortuna la O di Kino cancello una parte dell'orrido manico della falce).
Non so chi l'abbia fatta, ma era talmente disegnata male che mi spiaceva fosse la conclusione del pezzo, vicino alla lapide nel punto in cui furono uccisi Fausto e Iaio.
Così ci aggiunsi un puppet un po' sghembo, che anche lui non era un mostro di bellezza, ma che salutava a modo suo la police, che una decina di metri più in là vigilava sull'evento.
Diligentemente, almeno io mi sono ricordato di segnare sul muro che l'anno era il 1990.

(foto: Japo/JDMphoto)
Probabilmente la scritta "Fuck da police" non fu apprezzata. Infatti, se le lettere della murata vennero completamente grigionate, a questo puppet fu cancellata la scritta antisbirri sopra e le (A) anarchiche che lasciai di fianco e sul basco del puppet (tranqui, le avrei poi ritoccate e sistemate).
Ma per rendersi conto di quanto sappiano rendersi ridicoli, grigioni, sbirri, Comune di Milano e parrocchie locali, ecco le pecette di grigio sulle cose che, evidentemente, gli davano più fastidio...

(foto: Disan)

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